I nostri preferiti

Ho pensato potesse essere divertente creare un post nel quale condividere i materiali che abbiamo scoperto di favorire (colori, pennelli, carta, et cetera), comprese specifiche passioni correlate (collezioni di pigmenti, oggettistica, swatches, bacheche, e via dicendo).

Lo inauguro “sfoggiando” la palette più recentemente assemblata/amata, composta dagli acquerelli artigianali Della Magna (che ho iniziato ad artigliare un paio d’anni or sono):

  1. Lacca di Bacche di Spincervino [NY14]

  2. Oro Quinacridone Originale [PO49]

  3. Ocra Arancia della Sardegna [PBr7]

  4. Goethite Autentica [N/A]

  5. Terra d’Ombra Naturale [PBr7]

  6. Bolo Armeno [PR102]

  7. Marrone Mogano [PBr25]

  8. Ematite Fredda della Russia [PR102]

  9. Caput Mortuum [PR101]

  10. Terra di Cassel Autentica [NBr8]

  11. Clorite Bruna [N/A]

  12. Clorite Autentica [N/A]

  13. Verde di Cobalto Scuro [PG26]

  14. Verde Vescica [PG8]

  15. Lacca Verde Vescica di Spincervino [NG2]

  16. Giallo verde Azo [PG10]

  17. Turchese di Cobalto [PB28]

  18. Blu Manganese Autentico [PB33]

  19. Blu di Cobalto [PB28]

  20. Cenere di Lapislazzuli Autentico [N/A]

  21. Blu Fra’ Angelico [N/A]

  22. Blu di Prussia [PB27]

  23. Indaco di Guado Italiano [NB1]

  24. Indaco Indiano Naturale [NB1]

  25. Rosa dei Vasai [PR233]

  26. Arancio Isoindolo scuro [PO61]

  27. Arancio Ruggine Quinacridone [PO48]

  28. Scarlatto Ruggine Quinacridone [PR206]

  29. Scarlatto Porpora [PR175]

  30. Rosso Medici [PR144]

  31. Carminio di Cocciniglia Autentico [NR4]

  32. Porpora Quinacridone [PV19]

  33. Viola di Cobalto Scuro [PV14]

  34. Violetto Dioxazina [PV23]

  35. Blu Benzimidazo [PB80]

  36. Nero di Vite Autentico [PBk8]

Avanti il prossimo :)

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Fantastica idea!

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Ma che meraviglia questa collezione di acquerelli, complimenti!!! Che invidia! :clap::+1:

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Nel tentativo di spronare altri a mostrare i propri preferiti (non siate pavidi!), ho deciso di mostrare gli “acquerelli” che meno favorisco:

  • Boku-Undo E-Sumi [Shadow Black & Shadow Black MEI]
  • Kuretake Gansai Tambi [Art Nouveau]
  • Kissho Gansai [set di 72]

Li ho archiviati in pratiche palette trasparenti e suddivisi per gruppi cromatici (quando possibile).
I Boku-Undo sono i soli che ho acquistato personalmente: mi affascinava saperli una combinazione di inchiostro tradizionale sumi miscelato con pigmenti e gomma arabica (difatto, nella stesura, hanno una diffusione simile a quella dell’inchiostro).
Il set Art Nouveau di Kuretake è composto interamente da multipigmento (da un minimo di due ad un massimo di quattro) miscelati in maggioranza con il bianco (PW6), mentre la gamma estesa di Kissho Gansai è purtroppo (al pari dei Boku-Undo) priva di informazioni sui pigmenti utilizzati, ed integra alcuni colori neon e perlati.

Non andrebbero lavorati come “normali” acquerelli: anche da asciutti si liftano con una facilità estrema, ed ogni livello aggiunto scioglie il/i sottostante/i.
Quando voglio uscire dalla mia confort zone mi diverte usarli in un singolo strato, con stesure concentrate diluite e miscelate direttamente sulla carta (intervenendo talvolta dopo l’asciugatura, ma esclusivamente asciutto su asciutto).

Pro: Economici e piacevolissimi da usare: il pennello scivola sui panetti come su burro, si riattivano all’immediato e si rincorrono sulla carta bagnata. Ottimi per sketchbook ed incorporati a pennini e fineliner.
Contro: Si liftano e fioriscono con facilità, ed eviterei di utilizzarli per definitivi esposti alla luce (causa assenza di chiarezza sui pigmenti che li compongono).

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Grazie per l’analisi, molto utile. Ma che foto estetica è? :heart_eyes:
Mi hanno sempre incuriosito ma sì ho sentito che hanno una formulazione più da gouache che da acquerello quindi alla fine ho evitato. La mancanza poi dei codici pigmento utilizzati mi rende sempre molto sospettosa.

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Concordo: la mancanza di informazioni sui pigmenti è sempre un detrattivo.
A parte i due miniset da 6 di Boku-Undo, tutti gli altri mi sono stati regalati, conseguentemente ne fruisco senza remore né pentimenti d’acquisto :)

Sono simili alle gouache specialmente a causa della riattivazione degli strati sottostanti in presenza di stesure “umide” ma, malgrado l’ingerenza del bianco in alcuni set (l’Art Nouveau di Kuretake, nello specifico), la maggioranza dei Kissho è trasparente o semitrasparente: diventano fangosetti ed opachi soltanto mischiandone troppi in tavolozza, per via della loro natura multipigmento; in gamma sono difatto presenti molteplici variazioni di singoli colori, probabilmente per scoraggiare mescolanze manuali che ne attenuerebbero di molto l’intensità.

A differenza della Kissho la marca Kuretake→ (scrollare sulla pagina) connatura informazioni sui pigmenti utilizzati, ma i “godettoni” della Kissho si trovano in vendita anche singolarmente, rivelandosi maggiormente economici da testare rispetto a quelli di Kuretake (reperibili esclusivamente in set, più o meno estesi).

Lieta ti piaccia: si chiama “Cassettiera mobile in modalità arrangiata, in stanza priva di luce naturale”

P. S.: Sono più che disponibile a fornire ulteriori informazioni e swatches agli interessati, naturalmente.

Ciao, allora …
Argomento preferiti: non basta lo spazio , mi sa, perché voglio testare tutto e mi freno a fatica.
Non avendo chissà quale esperienza, dirò solamente ciò che mi ha conquistata a primo impatto (ma magari altri prodotti sono ugualmente validi).

  1. Pennelli Tintoretto serie 1407 sintetico Kazan Felice Feltracco.
  2. Pennelli Borciani e Bonazzi taglio obliquo/dritto, serie 903. Li uso per il lifting.
  3. Carta Fabriano 100% cotone per il made in Italy (anzi, made in Marche) e per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Forse altre sono più performanti ma questa , costando meno , mi fa sentire più libera. Come ci ha mostrato Shamila, ho comprato i fogli e li ho cuciti in uno sketchbook. All’inizio l’idea mi aveva convinto solo parzialmente, ora per me dipingere significa su sketchbook: segno la palette, la tecnica, la data, il luogo dove ho dipinto, la reference, gli errori, i miglioramenti, ecc… Mi piace osservare i miglioramenti in ordine cronologico e confrontarli. Alla fine mi sono affezionata pure ai disegni orrendi.
  4. Colori di diversi brand. Adoro gli Smincke granulanti e i granulanti in generale se non tanto accesi (Moonglow DS, Tundra Rose Smincke, Poisoned Prune , Silent Night, Ultramarine grey, tre artigianali di Tahinatati ecc…).
  5. Colori: indigo, alizarina, Jane’s grey DS (replicabile credo con oltremare e terra di Siena bruciata), ceruleo, rosso cadmio profondo Renesans, caput mortum Ferrario (violaceo) e Purple Lake W&N.
  6. Matite acquarellabili Caran D’Ache serie Technalo.
  7. Matite Caran d’Ache acquarellabili serie Museum (ho solo pochi bellissimi colori).
  8. Matite acquarellabili Faber Castell Duhrer (ho solo pochi bellissimi colori).
  9. Carboncini (passione scoperta da poco) e che per ora ancora non mi ha depauperato il portafoglio. :sweat_smile:
  10. Pitt Grafite Matt Faber Castell, ho l’astuccio piccolo. Odio il riflesso della grafite e queste lo riducono tanto.

Penso di aver esagerato con l’elenco, ma l’ho già sfrondato e non so ridurlo ulteriormente… :joy:

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Bentrovata Cristiana, spero non ti dispiaccia se ti rivolgo alcune domande:

  1. Le setole sono molto rigide? Escluso l’eradicator di Showell (purtroppo prodotto in una singola numerazione) non sono ancora riuscita a trovare un pennello di misure decenti per il lifting: o distruggono la carta (come i tremendi eraser della Herend), o le fanno il solletico.
  2. Mi piacerebbe moltissimo vedere gli sketchbook che hai costruito!
  3. Vorrei artigliare anch’io alcuni acquerelli di Tahinatati: suggerimenti?

Non vedo perché ridurre l’elenco: spero semmai tu lo estenda ulteriormente :)

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  1. Non tanto, ma non ho termini di paragone… I più piccoli sono anche più corti e quindi leggermente più rigidi e liftano meglio. Mi è capitato che dopo 3-4 passate di lifting la carta si sia leggermente abrasa ma io sono maldestra… Costano 2-3 € l’uno, conviene provarli.
  2. Ecco i miei sketchbook. Uso spesso quello in jeans con carta grana fine. Un po’ pesantino da portare in valigia ma comodissimo a casa. Il prossimo sarà leggermente più sottile. La grana grossa in quello a scacchi mi piace molto come effetto nei disegni ma boh, alla fine lo prendo di meno. Quello in jeans è formato quasi A4 (più tozzo, più largo e meno lungo).
  3. Ecco gli swatches di quelli che ho io, ne ho fatte due versioni. Quasi tutti granulanti ma non in entrambi gli swatches, non so perché. :slightly_smiling_face:
    Spero di esserti stata d’aiuto.
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  1. Li proverò senz’altro (non pensavo fossero così economici, oltretutto).
  2. I tuoi sketchbook sono uno spettacolo, mi piacciono davvero tanto: complimenti!
  3. (forse potrebbe dipendere dalla carta diversa, o dalla quantità d’acqua aggiunta in stesura) Crypta sembra molto interessante…

Sei senz’altro stata d’aiuto e ti ringrazio moltissimo, Cristiana :)

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Prego e grazie per gli sketchbook. È stata una vera e propria sfacchinata (una settimana), ma ne è valsa la pena!

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È valsa sicuramente la pena, sono molto belli!

P. S.: Avevo visto anch’io il video di Shamila su come creare un album →, ma sono singolarmente goffa e, temendo di automutilarmi con l’ago ricurvo, ho desistito prima ancora di iniziare.

No, no… Basta prenderci la mano. Anch’io sono goffa , meglio andarci piano per essere più precisi. Una sera ne ho creato un terzo in poche ore per lo sketching on the go ed è venuto uno schifo. Mi solleva solo il fatto che sia leggerissimo e funzionale, ma è esteticamente è un grosso no.

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Grazie dell’incoraggiamento, ma fidati: tra ago, taglierina e colla potrei uscirne disastrata (zona di lavoro inclusa).

P. S.: Prima o dopo spero di vedere anche i disegni che contengono :)

Eccomi di nuovo, con uno dei marchi industriali che favorisco, principalmente per piacevolezza d’uso: Schmincke, di cui posseggo due palette.
Una principale da 36:

216. Pure Yellow [PY154] 510. Cobalt Green Turquoise [PB36]
209. Transparent Yellow [PY150] 528. Prussian Green [PG7+PB60]
657. Transparent Ochre [PY42] 499. Cobalt Cerulean [PB36]
217. Quinacridone Gold Hue [PY150+PR101] 492. Prussian Blue [PB27]
654. Gold Brown [PY65+PBr41] 494. Ultramarine Finest [PB29]
672. Mahogany Brown [PBr33] 493. French Ultramarine [PB29]
645. Indian Red [PR101+PR206] 230. Naples Yellow Red [PW6+PW4+PR242+PY42]
371. Perylene Violet [PV29] 370. Potters Pink [PR233]
671. Transparent Umber [PR101] 218. Transparent Orange [PO71]
668. Burnt Umber [PBr7] 670. Madder Brown [PR206]
662. Sepia Brown Reddish [PR242+PBr7+PBk9]     366. Perylene Maroon [PR179]
669. Vandyke Brown [PY150+PBr7+PBk7] 365. Vermilion [PR255]
537. Transparent Green Gold [PY154+PBr7] 355. Transparent Red Deep [PR144]
530. Sap Green [PY153+PG7] 337. Cochineal Red [NR4:1]
525. Olive Green Yellowish [PO62+PG36] 367. Purple Magenta [PR122]
512. Chromium Oxide Green [PG17] 474. Manganese Violet [PV16]
784. Perylene Green [PBk31] 787. Payne’s Grey Bluish [PBk6+PB15:6+PB15:2]
533. Cobalt Green Dark [PG26] 783. Payne’s Grey [PR101+PB29+PBK7]

ed una seconda contenente 24 supergranulati, acquistati per colpa di Shamila →.


Sono i terzi acquerelli provati in giovane età (preceduti da Lukas e Winsor & Newton) e, prima del (recente) incontro con Daniel Smith, i maggiormente utilizzati.

Bizzarrie: il loro blu oltremare “classico” [n. 496] non è composto dal singolo PB29, ma da una sua mescolanza con il PB15. Suggerisco di evitarlo come la peste ed adottare in sua vece l’incantevole Ultramarine Finest (privo di granulazione, eccellente nelle mescolanze linde) o il tradizionale French Ultramarine.

Pro: Scivolano sulla carta che è un piacere ma anche quando corrono sono comunque governabili.
I loro tubetti da asciutti rivelano la stessa formula dei godet, il che rappresenta un bel risparmio: da induriti non presentano crepe o secchezze, e si riattivano all’immediato.
Nota per gli esteti ossessivi: sono anche in vendita i godet vuoti marcati della medesima grandezza di quelli in gamma (che risultano essere più minuti dei panetti standard).

Contro: Sono acquerelli che più di altri possono presentare bordi singolarmente “duri”. È una caratteristica che amo, ma potrebbe non essere apprezzata da molti.
Alcuni colori in gamma sembrano integrare leganti cremosi che restano in superficie (non quanto i MaimeriBlu, tengo a precisarlo) e molti di loro, se usati in purezza, lasciano una sorta di patina “lucida”.
Il loro Blu di Prussia è forse il più racchio tra tutti quelli testati finora, e particolarmente fiacco nel tono ancora prima del brutale drying shift che da sempre caratterizza il PB27: consiglio vivamente di sottentrarlo con lo phthalo.

Non siate timidi: attendiamo altri impavidi!

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